Fonte: La Gazzetta dello Sport


Fantastico Bati: è il suo tredicesimo gol in 13 partite

Lodovico Maradei

DAL NOSTRO INVIATO

FIRENZE - La Fiorentina prende il largo in sella a Batistuta (13 gol in 13 partite), capace di far fruttare al massimo anche una prestazione senza lampi. Quando arriva il momento decisivo, lui c'è sempre, non c'è bisogno neanche di chiedere chi abbia segnato, l'impronta del razziatore d'area è inconfondibile. Le immediate inseguitrici alle spalle della capolista hanno rallentato e i viola così allargano il fossato. Sono quattro punti più avanti del Milan e poi le altre seguono più staccate fino ad arrivare a una Juve che, a dieci punti, appare senza speranze.

Si potrebbe parlare di resa della squadra campione d'Italia in carica, ma ciò sarebbe ingiusto perché la Juve è caduta in piedi e soprattutto può esibire una grossa giustificazione: l'espulsione di Montero che Farina ha decretato con troppa leggerezza, quando la gara era ancora inespressa non solo perché il risultato era fermo sullo 0-0, ma anche perché nessuno delle due sfidanti era riuscita ancora a prendere il sopravvento.

Due falli, né troppo vistosi, né cattivi, a centrocampo. Falli come se ne contano tanti nel corso di una gara, hanno indotto l'arbitro a prendere una decisione pesante, quella di far giocare la Juve in dieci nel secondo tempo. + la seconda volta che succede in una gara decisiva. Anche all'Olimpico Montero era stato espulso e la Roma ne aveva approfittato. Ma allora la colpa del difensore era stata inequivocabile. Ieri no.

Ovviamente, con un uomo in meno era difficile a questa Juve, ancora convalescente, riuscire a mantenere inviolata la propria porta. Forse ci sarebbe riuscita se Tudor non avesse commesso una grande ingenuità. Dopo, sull'1-0, non c'è stato nulla da fare. I bianconeri hanno colpito anche l'incrocio dei pali, Conte ha sfiorato l'1-1, ma in contropiede i viola potevano fare almeno due o tre gol. A quel punto tutto era saltato.

La Fiorentina ha capitalizzato tre punti d'oro al momento giusto e contro l'Avversario per antonomasia. Non ha disputato una grande partita: Rui Costa era poco ispirato, Batistuta ha combinato poco oltre il gol, Edmundo faceva e disfaceva con grande classe. Oliveira ha macchiato una prestazione magistrale fallendo incredibilmente il 2-0. Ma con Trapattoni tutto questo si può anche mettere in conto. Il suo è lo zoccolo più duro del campionato.

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Tutto uno stadio a colori. La coreografia è accattivante e coinvolge tutti i tifosi. Trapattoni preferisce Amoroso a Falcone, con Torricelli spostato in difesa, Lippi si affida completamente alla sua vecchia guardia. Prime fasi di schermaglie, poi scatta l'affondo della Fiorentina: Edmundo scarta Deschamps e quindi da destra taglia in mezzo all'area per lo scatto di Heinrich, che si precipita tutto solo davanti a Peruzzi, ma dall'impatto tra i due si alza un pallonetto che supera la traversa. Occasione da gol autentica. I viola cercano di aggredire la Juve. Intanto si nota la mossa del Trap che ha spedito Oliveira a destra per tenere più impegnato Davids. Per il resto marcature scontate, a centrocampo c'è Cois che segue Zidane e Deschamps che si oppone a Rui Costa, Conte se la vede con Amoroso, mentre a sinistra Heinrich affronta Di Livio.

Dopo la sfuriata iniziale della Fiorentina, la Juve comincia a impossessarsi della metà campo avversaria. Al 14' Montero scende centralmente e visto che non trova opposizione, tenta la bordata da trenta metri. Toldo è costretto a volare per la respinta, sulla quale si getta con troppo impeto Inzaghi che spara altissimo.

Partita non bella, ma giocata con grande intensità. Heinrich al 18' esagera colpendo Di Livio e prende la prima ammonizione della serata. Al 20' con palla persa su un contrasto a centrocampo la Juve corre un grosso rischio: da Batistuta a Edmundo, infine a Oliveira solo a destra appena dentro l'area, forte destro che colpisce la parte alta della traversa. Com'è nelle sue abitudini, la squadra viola subisce per un po' e poi all'improvviso piazza puntate a rete fiammeggianti.

Come ancora al 28' un Edumundo che si era perso a centrocampo nel subire falli e commettere falli (anche lui ammonito) parte di gran carriera, entra in area e costringe Iuliano ad un difficile salvataggio. Comunque le due squadre per ora non riescono a svincolarsi l'una dall'altra. E lo spettacolo langue.

Al 41' ecco di nuovo scatenarsi Edmundo e Batistuta. Il primo vince un rimpallo, poi si incunea bene e allarga a Batistuta, che da destra gira più un tiro che un cross, la palla sfila davanti a Peruzzi, ma sull'altro palo Heinrich in scivolata non riesce a deviarla in rete. Al 42' l'episodio che può condizionare la gara. Montero, ammonito già con troppa severità qualche minuto prima, «tampona» Edmundo a centrocampo. Non ci sembra neanche questo un gran fallo, ma Farina è inflessibile: secondo cartellino giallo ed espulsione. Lippi, senza il suo più forte difensore, è costretto a togliere Amoruso e a mandare in campo Tudor.

Altra novità nelle file della Juve a inizio di ripresa: c'è Birindelli e non più Iuliano, che si era fatto male nel finale del primo tempo. I bianconeri cercano di portarsi in attacco nonostante l'inferiorità numerica. Il tutto si conclude con un tiro da fuori di Davids che sbatte sui piedi di Inzaghi e finisce lontano dalla porta di Toldo. Al 5' punizione forte di Batistuta respinta da Ferrara, arriva Cois e spara un metro alto sulla traversa. La Juve in difesa ora si è assestata, da destra a sinistra, con Birindelli, Ferrara, Tudor e Di Livio. Nei nuovi equilibri tattici in campo è Conte il più sacrificato perché balla tra Heinrich e Amoroso. La Fiorentina non riesce a dare continuità alla sua azione e così il gioco ristagna quasi sempre a centrocampo nonostante i bianconeri siano in dieci. Ma al 14' arriva il gol implacabile di Batistuta, facilitato dal solito errore di piazzamento di Tudor, che sul lungo cross dalla sinistra di Oliveira, si lascia scavalcare dal pallone e alle sue spalle il centravanti viola non ha difficoltà a infilare di testa un Peruzzi senza difese.

A questo punto è difficile per la Juve rimediare a una situazione di netto svantaggio: sotto di un gol e di un uomo e con una squadra che appare sfiduciata. Al 17', nella foga di rinviare, Birindelli colpisce in pieno viso Deschamps e Peruzzi deve stare attento a bloccare il pallone sulla linea. Anche sfortunati i bianconeri, quando al 19' su diagonale di Deschamps, deviato dal corpo di Padalino, con Toldo battuto, colpiscono l'incrocio dei pali. La Juve comunque cerca con orgoglio e tenacia di portare in avanti il pallone e di servire un Inzaghi in balia di Repka e Padalino. Naturalmente si espone al contropiede viola e al 24' rischia di affondare: Edmundo giustamente non passa palla a Batistuta e Oliveira finiti in fuorigioco e allora si esibisce in un gran numero passando in mezzo a quattro avversari per lanciarsi solo verso Peruzzi, ma l'ultimo tocco gli è fatale. E consente al portiere di soffiargli la palla dai piedi.

Al 31' ancora Edmundo schizza via sulla sinistra e tenta di sorprendere Peruzzi che con un gran balzo riesce a fermare il pallone. Al 36' punizione di Fonseca che sibila sopra la traversa. Passano i minuti e man mano che ci si avvicina alla fine la Fiorentina comincia a essere attanagliata dalla paura. E quando uno sfondamento di Torricelli sulla destra, con palla indietro a Edmundo e tacco smarcante di quest'ultimo, consente a Oliveira di trovarsi solo davanti a Peruzzi, ecco il clamoroso errore che grazia la Juve. Portiere seduto a terra con una finta, la palla che non viene mai calciata nella porta sguarnita sino all'inevitabile salvataggio della difesa juventina.

Al 42' brivido nello stadio: Zidane va via sulla destra e scodella un bel pallone ai limiti dell'area. Conte stoppa di petto e gira con violenza sfiorando il palo a portiere battuto. Non c'è però più tempo per le speranze juventine. La gara finisce con quell'esile 1-0, ma che per la Fiorentina vuol dire tanto. Vuol dire sognare.


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